Cento scalini

Le catacombe di  San Gennaro -Napoli-

 

Una storia millenaria viva e vibrante nel sottosuolo di Napoli, illuminata dalla volontà di trasmettere l’amore per la propria città e la propria storia smantellando con arte e cultura tutti gli stereotipi legati a Napoli.

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verso l’ingresso alle Catacombe di San Gennaro

Ci accoglie con un sorriso la nostra giovane guida, ci conduce  attraversando  i millenni, la fede, la storia, le credenze popolari , la cultura, percorriamo i cento scalini , ci immergiamo nell’ombra e li respiriamo.mde

E’ brava la ragazza ed è soprattutto, si vede e si sente, innamorata di quel che fa !

Ci prende per mano e racconta la vita di un tempo  senza tralasciare quella di oggi perché siamo nella collina di Capodimonte al confine con il Rione Sanità e quando si parla di stereotipi qui si va alla grande !

 

 

 

 

 

Lascio ogni  descrizione ad una visita sul posto, ne varrebbe veramente la pena ,  o al sito www.catacombedinapoli.it estremamente suggestivo così come i luoghi che descrive.

Napoli ha 52 patroni ma di certo un posto privilegiato nel cuore partenopeo ce l’ha San Gennaro chiamato amichevolmente faccia ‘ngialluta per il colore del  volto della statua che viene portata in processione. Fu sepolto all’interno delle Catacombre nel V secolo e proprio queste catacombe divennero meta di pellegrinaggi.

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Sono una Alessandrina che vive a Napoli non per obbligo ma per scelta, ho avuto la fortuna di girare una buona fetta di mondo ma solo in due posti ho incontrato persone con l’anima a colori, a New Orleans  ed a Napoli; ci sono ovunque splendide città, inestimabili tesori , capolavori d’arte mozzafiato ma qui, in questa città  tutto questo ha un’anima , i suoni diventano musica, le voci sono armonia e nell’era in cui l’ignoranza la fa da padrona sono proprio i giovani che tolgono la polvere alla cultura e la portano tra la gente con semplicità

Eremo di Camaldoli

A tutti gli effetti arrivando all’Eremo dei Camaldoli ( Na ) quello che realmente si ‘ascolta’ è il silenzio.

Il complesso dell’Eremo dei Camaldoli fondato per volere di Giovanni D’Avalos, figlio di Alfonso d’Aragona, nel 1585 è un monumentale complesso storico e artistico che rispecchia i canoni dell’architettura cinquecentesca napoletana; fu progettato da Domenico Fontana ed ospita dipinti ed affreschi di alcuni notevoli pittori tra cui Luca Giordano.IMG_20170408_154614

 

 

 

 

 

 

Per 400 anni circa ospitò i Monaci Camaldolesi ed attualmente è retto dall’ordine selle Suore Brigidineche ospitano per tutto l’anno gruppi o persone singole di ogni confessione, età e nazionalità.

 

Alla chiesa si accede da un bellissimo portale in pietrarsa, alla sinistra del complesso le celle monastiche, gli orti, i giardini alla cui estremità c’è un belvedere da dove, essendo posizionato sulla collina più alta della città, si ha una straordinaria vista panoramica su Napoli, Ischia, Capri, Procida sino alla penisola Sorrentina.

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“San Genna’, futtetenne!”

Se si pensa al Duomo di Napoli si pensa inevitabilmente a San Gennaro, al culto spesso ipotizzato come fanatismo e all’attesa spasmodica del miracolo dello scioglimento del sangue. A prescindere dalla fede, da ciò che ognuno pensa e crede, tutto si può trovare, varcando la soglia del Duomo, tranne fanatismo; quel che si sente è una forte sensazione d’amore, di rispetto, di ossequio e la vedi negli operai che finito di lavorare proprio li davanti alla Chiesa entrano con il cappello in mano salutano e se ne vanno,  nei due ragazzi innamorati seduti abbracciati davanti all’altare della cappella dedicata al Santo, nei turisti che entrano in punta di piedi ascoltando il silenzio. Una bellissima e rasserenante sensazione d’amore unita ad una sensazione di calore umano che permette di guardare tutto il complesso con un occhio diverso e, per questo, forse apprezzarlo maggiormente.

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La cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta è una basilica monumentale, duomo e sede dell’arcidiocesi della città di Napoli, sorge lungo il lato est della via omonima, in una piazzetta contornata da portici, e ingloba a mo’ di cappelle laterali altri due edifici di culto sorti autonomamente rispetto alla cattedrale: la basilica di Santa Restituta, che custodisce il battistero più antico d’Occidente, quello di San Giovanni in Fonte, e la reale cappella del Tesoro di san Gennaro, che conserva le reliquie del santo patrono della città.(cit.Wikpedia)

E’ sicuramente una delle più importanti Chiese sia da un punto di vista artistico per la sovrapposizione di più stili che vanno dal gotico puro trecentesco al neogotico ottocentesco, sia  sotto un profilo culturale e popolare ospitando infatti tre volte l’anno il rito dello scioglimento del sangue di san Gennaro.

Fuori, proprio vicino al Duomo un murales ritrae Gennaro, un’opera di pregio e di ancora maggior effetto perché casualmente colpita da un raggio di sole che sbuca tra le case l’attraversa

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murales di Jorit Agoch, giovane e bravo artista napoletano

Il titolo del post non vuole essere irriverente, anzi ! deriva da questo episodio: durante il Concilio Vaticano II°, la venerazione di S.Gennaro fu limitata in ambito locale: in pratica fu declassificato come Santo di serie “B”. Ma la devozione dei napoletani fu, ed e’, tale che pochi giorni dopo sui muri della citta’ fu scritto: “San Genna’, futtetenne!”

Ascoltando il silenzio

Ho conosciuto il silenzio delle stelle e del mare
e il silenzio della città quando si placa
e il silenzio di un uomo e di una vergine
e il silenzio con cui soltanto la musica trova linguaggio
il silenzio dei boschi
prima che sorga il vento di primavera … ( Edgar Lee Master)

si può ascoltare il silenzio varcando le porte dell’Abbazia di Casamari, un silenzio ovattato rispettato anche dagli uccellini che svolazzano intorno alla fontana del parco per abbeverarsi, un silenzio che non è vuoto ma al contrario diventa musica.

Casamari è uno dei più importanti monasteri italiani costruita nel 1203 e consacrata nel 1217 ben 800 anni fa !

Edificata sulle rovine di un antico municipio romano, Cereatae dedicato alla dea Cerere, il nome Casamari significa ‘’Casa di Mario’’ e il Mario in questione è Caio Mario sette volte console e più noto forse come avversario di Silla

Si entra, attraversando una porta a doppio arco, nel giardino ed al fondo di una ripida scalinata è l’ingresso all’Abbazia; all’interno la parte centrale è occupata da un chiostro quadrangolare con quattro gallerie. Si può accedere alla Chiesa anche dal chiostro e da qui si aprono le porte del museo archeologico davvero piacevole ed interessante da visitare

I monaci all’interno dell’Abbazia gestiscono non solo le attività liturgiche ma anche una farmacia, la liquoreria ed una delle più belle ed antiche biblioteche ( visitabile solo al mattino ). Il museo ospita tra l’altro i resti di una zanna di elephans o Mammuths meridionalis, un elefante  nano presente nella nostra penisola in epoca glaciale

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zanna di elephans meridionalis museo archeologico Abbazia di Casamari

io avverto il silenzio che aspetta

di poter bere tutto ancora

nella sua estrema totalità svuotando

il rumore degli uomini. ( D.H.Lawrence)

 

Laissez les bon temps rouler

New Orleans è una di quelle città a cui, appena arrivi, senti di appartenere; è viva e come tutte le città a sud di nessun nord, ha un’anima a colori. E’ la principale città dello stato della Luisiana, prende il nome da Orlèans città francese sulla Loira, ma a dire il vero intorno a New Orleans trovi almeno tre Venice, un paio di Florence e qualche Tourin a dimostrazione che in fondo noi italici siamo finiti ovunque.

Laissez les bon temps rouler è il motto non scritto di New Orleans è quel motto che ha permesso di risanare la tremenda e profonda ferita lasciata da Katrina ed è con quel motto che New Orleans è rinata più bella e più motivata di prima.

I dintorni della città sono un assemblaggio di stili e culture diverse, antiche piantagioni, ville stupende, cibo incredibile e musica, musica ovunque, quel New Orleans Jazz che ti fa tenere il ritmo per strada anche se stai passeggiando.

Il Quartiere Francese meta dei click di turisti inebetiti dai suoni e dai colori lascia stupiti è li che la musica prende il sopravvento, ad ogni angolo, da ogni locale, da ogni finestra affacciata sulla Royal Street esce Jazz e l’anima incomincia a tenere il ritmo.

Mater Matuta

Facciamoci del bene e in mezzo alla volgarità quotidiana con un linguaggio povero di idee e di grammatica (sigh ) , facciamoci del bene andando a vedere il bello.

Dove ? Partiamo dall’Abbazia di Sant’Angelo in formis che deve essere proprio bella oltre che antica ! Ovviamente a trovarla è un’impresa viste le scarsissime indicazioni ed altrettanto (poco) ovviamente chiusa, di sabato, alle 10 senza possibilità di contattare il numero di telefono presente sul sito perchè ”ovviamente” non risponde.

Ok Ok OK fa nulla ! Andiamo a vedere La Reale tenuta di Carditello, conosciuta anche come Reggia di Carditello che è una magione sita a San Tammaro ed è storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie. Chiusa ! si visita solo su appuntamento e forse, dico forse perché il cartello appeso al cancello era bagnato e scolorito, devi avere Facebook per prenotare 😀 insomma pure i Borbone vogliono Faccialibro !

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Reggia di Carditello…vista da lontano 🙂

Ma chi se ne frega ! Siamo qui per vedere il bello ? andiamo a cercarlo ! L’abbiamo trovato al Museo Campano di Capua ospitato nello storico Palazzo Antignano fondato nel 1870, distrutto, come del resto fu distrutta Capua, dai bombardamenti del ’43, ricostruito nel ’56 ed oggi aperto. Parto da una considerazione che va oltre ed al di la del bello museale, il personale di accoglienza gentilissimo, i bagni puliti ! Lo so l’argomento non dovrebbe essere preso in considerazione e dovrebbe essere ovvio ma ovvio non lo è quasi mai quindi tanto vale dirlo subito : al museo di Capua se vi scappa la pipi potete andare in bagno tranquillamente 🙂

Tornando però alle cose serie qui al Museo Campano c’è una vera e propria meraviglia ; tra queste 32 sale di esposizione è ospitata la ‘Mater Matuta’ la collezione delle Madri tra le più rare che i musei italiani e stranieri possano vantare. Mater Matuta era la dea del Mattino o dell’Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose e la collezione presente qui è davvero incantevole. ”Rinvenute dove sorgeva un templum orientato secondo i quattro punti cardinali dedicato, si pensa, alla grande madre Iovia Damusa o Bona Dea patrona delle partorienti che si è voluto anche identificare con Cerere, dea della crescita, con riferimento alla fertilità non solo agraria ma animale ed umana. Altri hanno voluto riconoscervi la Mater Matuta, onorata a Roma con le feste Matralie. Anche essa preposta alla fertilità e quindi giustamente venerata a Capua, capitale della Campania Felix feconda sia in riferimento alla fertilità della terra che alla prolificità muliebre.
In esposizione gli unici elementi architettonici del tempio rinvenuti; ad una parete la ricostruzione del trono eseguita da Herbert Koch.” (cit.dal sito del museo)

Tutto ma proprio tutto è da vedere compresa la statua lignea di autore anonimo rappresentante San Cristoforo, immensa e di straordinaria bellezza.

Se avete uno smartphone e sicuramente l’avete, scaricate una qualsiasi applicazione di lettura codice QR perchè per i pezzi più significativi basterà avvicinare l’app. per avere il dettaglio dell’opera, un servizio eccellente.

Il tempo consapevole

Capita, a volte, d’aver bisogno d’aria e con questa necessità salgo in auto e vagabondo tra le mie colline, quelle che calpestavo a piedi o in bicicletta nelle giornate d’estate, quelle che ricordano i miei vecchi e le piccole cose della vita.
Ho girato le mie colline senza nessuna meta, seguendo il cuore, i ricordi, le felicità e le sofferenze perché tutto è vita, anche se a volte sembra solo gli somigli.
Ti affacci al mondo dall’alto, sotto di te hai fili d’erba che sembrano felici d’essere sfiorati e più in la l’ansa di quel fiume che è da sempre parte della nostra vita.
Scorre lento come lenti sono i miei passi, lento è il ritmo del cuore anche se in affanno, lento è il tempo che scorre tra le mani, lenta è la vita che si trascina a volte inutile, a volte piena di contraddizioni, a volte serena per quel ricordo di felicità che mai ti abbandona.
E’ lenta la campagna nei suoi tempi, non conosce la frenesia né l’inutile, respira quella vita semplice che quasi più nessuno conosce; ha nei suoi infiniti colori, lo stesso effetto rasserenante del mare e l’occhio si perde in un orizzonte mai uguale che cambia col passare della vita e delle sue stagioni.
Sopra di te il cielo quello che ieri così nero faceva quasi paura, e ora ha ripreso possesso del suo azzurro così, il lento della campagna si fonde con la rincorsa pazza di nuvole vagabonde bianche come i sogni più belli.
Viaggiano in coppia, a gruppi e qualcuna più solitaria delle altre corre da sola ma a volte sembra voltarsi per farsi rincorrere, quasi non le piacesse in fondo quella solitudine.
Il tempo, steso tra cielo e terra, dall’alto della sua saggezza osserva e in fondo sorride, consapevole